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sabato 13 agosto 2011

Il concetto di estate

Solo recentemente mi sono accorta di quanto il concetto d'estate sia un concetto astratto, dipendente dai punti di vista. Quando ero piccola - diciamo anche fino a qualche anno fa - il mio concetto di estate era chiaro e univoco: l'estate era una stagione di tre mesi, da Giugno a Settembre, in cui faceva caldo. E con caldo dico veramente caldo, 35-40 gradi. Per tre mesi si andava al mare praticamente ogni giorno, si mangiava il gelato ogni giorno,si usciva con i pantalocini corti, si era abbronzati, se si incontrava un vecchio amico/compagno di scuola non si diceva "dai,uno di questi giorni ci prendiamo un caffè" ma "dai,uno di questi giorni andiamo al mare insieme". Insomma la mia idea d'estate era quella che più o meno tutti noi isolani abbiamo, ed era intoccabile e immutabile. Da quando ho iniziato a vivere fuori questa idea si è andata piano piano sfuocando: prima il Portogallo che sì, c'era il mare, ma le giornate buone erano sì e no due a settimana; poi la Bulgaria che ok, c'era il Mar Nero ma bisognava fare ore di macchina e comunque...era il Mar Nero!. Ora che vivo a Budapest la mia idea d'estate è completamente cambiata. Vivere in uno Stato SENZA MARE, in cui la cosa più simile è un lago a due ore da quì che gli ungheresi adorano quasi fossero i Caraibi, avere un colorito cadaverico il 13 Agosto, usare ancora giacca e scarpe chiuse ad Agosto, lavorare a Ferragosto, uscire la mattina con la pioggia... beh sì, mi ha fatto decisamente rivalutare le mie convinzioni. E fu così che scoprii che l'estate in alcuni Paesi non esiste.

domenica 31 luglio 2011

Mesi e mesi fa' aprivo questo blog con la speranza di continuare a scriverci. Ancora una volta non è stato così, mi ero nuovamente illusa.
In quel lontano e freddo Gennaio mi trovavo a Malmo, in Svezia, alla ricerca di un lavoro e con tanti sogni in testa. In pochi mesi la mia vita ha di nuovo subito un cambio radicale: e così - senza stare quì a raccontare gli innumerevoli giri e le strane avventure da me ancora una volta vissuta, che annoierebbero i più, mi sono ritrovata a Budapest.
Dopo tre mesi nella "cidade amarela", così la definiva Chico Barque, apro per caso questo link e ancora una volta mi ripropongo di impegnarmi a riscrivere un blog. Adesso che ho un lavoro, una casa (almeno per qualche mese), una città (almeno per ora...) dovrei riuscire a dedicarmi un pochino di più a me stessa...